Sono le 11.30 di sabato sera e mi stavo chiedendo se fosse il caso di pubblicare questo "articolo", se nel calderone dell'informazione fosse il caso inserire anche questo. Poi leggo la notizia che qualche giornalista ha diffuso la bozza in anteprima del decreto che il governo stava per varare riguardante le misure per estendere la zona rossa, creando il panico. A quel punto mi sono scontrato con tre realtà: il giornalismo sta diffondendo con coscienza il panico alla ricerca dello scoop e dell'audience; il governo ha tra i suoi, collaboratori irresponsabili che fanno uscire le notizie non capendo la gravità della cosa; le persone, un po' forse irresponsabilmente, vengono colte dal panico e reagiscono in balia delle proprie e emozioni, peggiorando la situazione.
Tutto questo ha senso? Allora ho deciso che sì, è il caso di fare il punto della situazione, con serietà e raziocinio. Il mio lavoro d'altronde non mi permette il lusso di essere emotivo, quindi ho deciso di scrivere queste righe, che ti dico già, saranno lunghe ma esaustive per avere chiaro il panorama che stiamo vivendo.
In questa lunga e approfondita analisi andremo a vedere ciò che sta accadendo nel mondo, sviscerando i dati reali sul virus e analizzando prima il contesto economico e poi quello della finanza e dei mercati, in modo tale da avere uno sguardo più razionale e reale della situazione.
Buona lettura.
Le evidenze circa la diffusione del Coronavirus anche al di fuori della Cina e l’elevata incertezza sui possibili risvolti economico-finanziari a livello globale hanno bruscamente innalzato la preoccupazione degli operatori finanziari nei confronti di un fenomeno inizialmente sottovalutato come temporaneo e largamente isolato all’area asiatica.
Stiamo vivendo grande incertezza sullo scenario economico di questi giorni, ma si continua a prevedere un recupero dopo una fase di calo più o meno prolungato della crescita. Le autorità monetarie e fiscali hanno confermato l’adozione di ogni misura necessaria e la Federal Reserve ha già tagliato i tassi di 50 punti base in via straordinaria.
LA REAZIONE DEI MERCATI
La reazione dei mercati agli avvenimenti recenti è stata quella tipica di una fase di forte avversione al rischio e di corsa ai beni rifugio, con aumento della volatilità e correzione delle classi di attivo rischiose, ma a stupire è stata la velocità dei movimenti osservati: nell’arco di poche sedute, tutti i listini azionari hanno registrato perdite; gli spread creditizi si sono allargati notevolmente, specie per i titoli societari ad elevato rendimento, come pure è salito il differenziale tra i rendimenti governativi europei periferici e quelli tedeschi. Una volatilità di questo tipo non si vedeva dalla fine del 2018.
Il prezzo del petrolio e delle altre materie prime legate al ciclo economico è sceso, in controtendenza a quello dell’oro, favorito dal consueto status di bene rifugio. Grazie anche alle manovre di supporto straordinario annunciate dalle autorità monetarie e fiscali del G7 e al taglio straordinario dei tassi Fed (Banca Centrale USA), stiamo osservando un tentativo di recupero, ma rimaniamo in un contesto altamente volatile.
Questo fenomeno può essere spiegato in molti modi, riassumibili come segue:
- gli operatori stanno scontando il minor ricavo che molte aziende saranno costrette a fronteggiare per la riduzione della domanda di beni;
- si è sfruttato il Covid-19 per consolidare i guadagni che sui mercati si sono venuti a creare negli ultimi anni;
- si sta sfruttando l'opportunità per fare speculazione, anche al ribasso.
Come verrà approfondito di seguito, infatti, non c'è un reale pericolo per la natura stessa del virus. Se non fosse per l'enorme sciacallaggio mediatico, non si avrebbe una percezione così estrema del virus, che di fatto non è mortale se non in alcune eccezioni.
Stiamo assistendo ad un fenomeno che è semplice psicologia di massa (o di gregge)
IL PUNTO SULLA DIFFUSIONE E LA GRAVITÀ DEL VIRUS
Il sito che viene utilizzato dalle autorità per tenere sotto controllo di dati di diffusione del virus (Clicca QUI per vederlo) è stato creato da una università americana ed è molto utile per avere una percezione reale e razionale del problema basandosi sui dati e non sulle notizie sensazionalistiche dei giornali.
Ad oggi, i dati pubblicamente disponibili suggeriscono che in Cina il picco dei contagi potrebbe già essere stato raggiunto: il numero totale di casi si sta stabilizzando nel paese, mentre quello di casi “attivi” sta scendendo stabilmente, in quanto il numero di persone che guariscono supera quello di nuovi contagiati ormai da diversi giorni. Tuttavia, il totale dei casi a livello globale continua a salire, a causa dell’accelerazione nei contagi al di fuori della Cina che si sta osservando da circa un paio di settimane a questa parte, anche se la velocità è più lenta rispetto all'inizio del focolaio cinese. Una quota crescente di Paesi risulta coinvolta e l’Italia, come noto, è uno dei principali focolai esterni alla Cina, insieme a Corea del Sud e Iran.
C'è da dire che dal 18 febbraio il numero di guariti nel mondo è quasi ogni giorno superiore al numero di nuovi contagiati, il che fa presupporre che il virus a livello macro può essere gestito senza particolari pericoli estremi per la salute pubblica.
Ciò si può dedurre anche dal seguente grafico, dove è facilmente visibile come il tasso di crescita delle guarigioni (in verde) è estremamente più alto rispetto al tasso di crescita dei contagiati (in giallo), e pian piano sta recuperando.
È importante tenere presente, comunque, che il tasso di mortalità di questo virus non appare, in base agli attuali studi, particolarmente elevato, specialmente per le fasce di popolazione più giovani e in assenza di altre patologie pregresse, oltre ad essere notevolmente inferiore rispetto a quello di altri virus, come la SARS. Ciò che preoccupa maggiormente gli operatori di mercato non è, dunque, il costo umano del virus, per quanto ovviamente importante e da tenere sotto osservazione, ma l’effetto negativo sull’economia per le misure messe in atto per contenerlo, al fine di evitare che il Servizio Sanitario Nazionale possa essere sovraccaricato. Come sappiamo infatti le misure varate, ad esempio, dal governo italiano sono finalizzate prettamente alla volontà di non riempire gli ospedali soprattutto in virtù del fatto che più del 90% sono malati lievi. Ciò che dobbiamo preservare è la possibilità di avere un posto letto per gli anziani, gli immuno-depressi, e tutte quelle persone che potrebbero avere difficoltà importanti. Quindi è importante avere degli accorgimenti, in primis per salvaguardare queste persone.
IMPATTO ECONOMICO: RALLENTAMENTO NEL BREVE TERMINE, RIMBALZO ATTESO NEL MEDIO-LUNGO PERIODO
L’economia mondiale aveva già registrato una decelerazione lo scorso anno, ma stava dando da qualche mese importanti segnali di ripresa, anche nel comparto manifatturiero e sul fronte occupazionale (ad esempio negli USA mai si è avuto un numero così basso di disoccupati). Gli avvenimenti recenti, tuttavia, stanno avendo evidenti ripercussioni economiche che, oltre ad essere molteplici e complesse, riguardano sia il lato dell’offerta che quello della domanda. Tutto ciò rende estremamente difficile un’accurata quantificazione, per la quale sarà necessario attendere la pubblicazione dei dati economici oggettivi, ma nel breve termine l’impatto potrebbe farsi sentire, come suggeriscono anche gli indicatori di sentiment delle imprese cinesi pubblicati nei giorni scorsi. Nel primo trimestre la crescita in Cina potrebbe limitarsi ad un +1/2% circa, rispetto al +5/6% circa atteso prima dello scoppio dell’epidemia, e anche nel resto del mondo l’effetto sarà certamente rilevante. Cerchiamo di analizzarne meglio le ragioni:
1) Innanzitutto, il primo Paese ad essere duramente colpito è stata per l’appunto la Cina, il cui peso sull’economia mondiale e le cui interconnessioni con le altre economie sono aumentati notevolmente negli ultimi anni, ad esempio rispetto al 2003, quando si verificò la SARS. Le drastiche misure di quarantena adottate dalle autorità cinesi hanno portato ad un notevole calo delle attività economiche e si tradurranno in una crescita inferiore in Cina e quindi anche a livello globale.
2) Inoltre, la Cina incide anche sugli altri Paesi, in quanto essa è oggi uno dei primi partner commerciali mondiali, riveste un ruolo fondamentale nelle catene produttive internazionali ed è uno dei principali mercati di sbocco anche per i beni di consumo, basti pensare alla quota di beni di lusso acquistata dai consumatori cinesi o al fatto che i cinesi sono in assoluto al primo posto per spesa in turismo internazionale.
3) Non solo, ma vista la diffusione (già effettiva o potenziale) del virus anche al di fuori della Cina, varie misure di contenimento sono state adottate in tutti i principali Paesi, limitando lo scambio di merci, la circolazione di persone e le attività economiche in generale. In Italia le regioni principalmente interessante sono, peraltro, quelle economicamente più rilevanti, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
4) Infine, oltre agli effetti diretti appeni descritti, non bisogna dimenticare quelli indiretti, dovuti al calo della fiducia dei principali operatori economici, famiglie e imprese in primis.
Come detto, le ripercussioni economiche ci saranno certamente, ma si tratta sicuramente di un qualcosa che rimarrà confinato nel breve termine, sia in Cina che nel resto del mondo; la domanda più importante riguarda ciò che accadrà in seguito, ossia quale sarà l’andamento della crescita nei trimestri successivi.
Da questo punto di vista, i possibili scenari sono essenzialmente due:
1) Nel caso più ottimistico, la crescita assumerà una conformazione a “V”: ovvero un calo marcato nel primo trimestre seguìto da un recupero piuttosto repentino, con un impatto non eccessivo sul tasso di crescita dell’intero 2020.
2) Oppure, man mano che la diffusione del virus e le connesse misure di misure di contenimento si protraggono nel tempo, diventerebbe ipotizzabile, invece, uno scenario a forma di “U”, nel quale è necessario attendere qualche mese in più prima di osservare un rimbalzo.
La grande incertezza che caratterizza, al momento, sia l’entità che la durata del rallentamento economico si percepisce anche dalla frequenza con cui gli economisti stanno rivedendo le stime di crescita e dall’ampiezza della "forchetta" in cui tali stime si collocano. Per citare due delle fonti più autorevoli, la settimana scorsa il Fondo Monetario Internazionale è stato abbastanza cauto nell’abbassare le stime di crescita per il 2020, portandole da +6% a +5,6% in Cina e da +3,3% a +3,2% a livello globale, mentre l’OCSE, che ha appena pubblicato le nuove stime, sembra sposare maggiormente lo scenario di recupero ad “U”, prevedendo quindi un calo più marcato della crescita media nel 2020, pari al +4.9% in Cina e al +2.4% a livello mondiale. Ciononostante, è importante sottolineare come anche l’OCSE si attenda successivamente un rimbalzo, per quanto più ritardato, tanto è vero che la stima di crescita per il 2021 è stata addirittura alzata, dal +3% al +3.3%.
In ogni caso ciò che deve far stare sereni è che le previsioni sullo scenario globale sono di un relativo rallentamento (più che fisiologico) e non di una recessione. Questo perché quello che stiamo vivendo è un periodo di incertezza non preventivata, e non di una fase di debolezza strutturale dell'economia. E' importante tenerlo bene in mente.
SEGNALI DI RIPRESA IN CINA E MISURE DI SUPPORTO MONETARIO E FISCALE
Nel frattempo, comunque, alcuni segnali positivi stanno giungendo già dalla Cina per quanto riguarda la graduale ripresa delle attività economiche. Si stima che nella settimana tra il 24 e il 28 febbraio l’economia ha operato al 60-70% del suo livello normale, rispetto al 50-60% di una settimana prima. In alcune province una quota molto elevata di imprese industriali ha riavviato la produzione e anche alcune aziende del settore dei servizi hanno iniziato a tornare al lavoro. Il focus del Governo è chiaramente passato dal contenimento del virus alla ripresa delle attività e ciò sta dando un forte impulso. Le autorità hanno già tagliato i tassi d’interesse ufficiali, sono stati concessi finanziamenti agevolati alle banche e predisposti interventi fiscali. Inoltre, si discute moltissimo delle misure di stimolo, sia monetario che fiscale, che le autorità e i Governi di tutto il mondo potrebbero attuare per far fronte all’emergenza.
Il 3 marzo, si è tenuta una conference call tra i Ministri delle Finanze e le Banche Centrali dei Paesi del G7, in cui è stato riaffermato l’impegno ad utilizzare tutti i mezzi necessari a mitigare i danni economici legati alla diffusione del virus e ad assicurare un proseguimento della crescita.
A distanza di un paio d’ore è stata comunicata la decisione della Federal Reserve (la Banca Centrale USA) di tagliare i tassi di 50 punti base, una mossa straordinaria dettata dalle condizioni di emergenza e finalizzata a stimolare l'economia, per quanto sia stato ribadito che i fondamentali dell’economia statunitense rimangano solidi. Tutte le principali Banche Centrali si erano già espresse nei giorni scorsi, assicurando il mantenimento di un’ampia liquidità e l’adozione di ogni misura idonea a fronteggiare la situazione. Tali misure sono molto importanti e necessarie al fine di evitare che un restringimento delle condizioni finanziarie possa ulteriormente esacerbare lo scenario. Potenzialmente ancora più importante, tuttavia, potrebbe essere il ruolo giocato dalle manovre fiscali che i Governi decideranno di mettere in campo per sostenere le rispettive economie, anche perché gli interventi fiscali possono essere attuati in maniera più mirata nei settori economici più colpiti. Tante sono le manovre già ipotizzate, non solo in Asia, ma anche negli Stati Uniti (Trump stanzierà per iniziare 8 miliardi di dollari), e in Europa.
In Italia il Governo ha annunciato un pacchetto di stimolo fiscale e la Commissione Europea sembra propensa a concedere una deroga sul deficit vista la straordinarietà delle circostanze; in Germania un segnale molto forte potrebbe essere la sospensione della regola che impone bilanci pubblici in pareggio per le regioni, di cui si è parlato in questi giorni. Gli sviluppi da questo punto di vista saranno estremamente importanti da monitorare, in quanto l’attuazione coordinata di politiche monetarie, fiscali e strutturali potrebbe infatti portare grandi benefici alla crescita mondiale sia nel breve che nel medio-lungo termine.
L'economia crea sempre i propri anticorpi.
IMPATTO E SCENARIO FINANZIARIO
Abbiamo iniziato descrivendo brevemente l'impatto che c'è stato sui mercati, soffermandosi poi sulla natura del virus e sullo scenario economico.
Infatti è bene distinguere quello che è il mondo dell'economia rispetto a quella che è la finanza. Questo per un motivo molto semplice: la finanza (ovvero i mercati) è estremamente più veloce nel riflettere lo stato di salute dell'economia, sia nell'anticipare gli eventi, sia nello scontare ad oggi quello che si prospetta possa accadere nelle prossime settimane.
Da questo punto di vista infatti, è facile vedere che i mercati sono scesi ancor prima che vi sia l'impatto concreto sull'economia (per ora in buona parte solo stimato), pertanto stanno fotografando uno scenario futuro. Di conseguenza sarà altrettanto veloce la ripresa. Infatti, abbiamo visto che a livello globale non siamo in un periodo di debolezza strutturale dell'economia, ma solo in una fase di turbolenza dovuta a questo fenomeno imprevisto.
La storia ci insegna che quando ci sono state altre crisi epidemiche, l'impatto sui mercati c'è sempre stato, ma in tutti i casi (Sars, Ebola, influenza suina, Zika) il recupero è stato repentino. Infatti mediamente nel giro di un mese dal punto minimo è stata sempre recuperata la perdita. Un tempo brevissimo, nonostante fossero malattie con un tasso di mortalità maggiore.
Di seguito i dati forniti dal Sole24Ore, con fonte JPMorgan.
La dimostrazione di quanto detto è la borsa cinese, cartina di tornasole del fenomeno Coronavirus sui mercati. Infatti nonostante sia il paese che ha l'80% dei contagiati, i mercati azionari cinesi hanno recuperato le performance negative e sono in guadagno da inizio anno (QUI l'articolo del Sole24Ore). Il 3 marzo Wall Street, principale mercato mondiale, ha vissuto il giorno con il rialzo più alto della sua storia. Sembra assurdo e in controtendenza con le notizie che danno i Tg, ma sono fatti.
Come si traduce tutto questo?
Semplice, come detto i mercati scontano prima i fatti, ed elaborano in tempi più brevi gli scenari economici, soprattutto in casi come questo ove non c'è una debolezza macroeconomica. Di conseguenza ci saranno giorni di relativa volatilità e speculazione, e vedremo sicuramente giorni con listini azionari in rosso, ma soprattutto chi ha investimenti di lungo periodo non deve preoccuparsi di un periodo negativo sui mercati.
Warren Buffet, uno dei più grandi e importanti investitori, padre della teoria sull'investment value, ha infatti dichiarato di approfittare della situazione (QUI l'articolo) comprando a prezzi più bassi e cogliendo quella che in realtà si tratta di una opportunità.
Il rimbalzo ci sarà, come è sempre accaduto nella storia, bisogna solo avere pazienza.
L'investitore razionale, infatti, deve saper comprendere che queste situazioni, viste nell'ottica giusta, sono di fatto delle enormi opportunità d'acquisto; in alternativa meglio non far nulla, sapendo che passerà presto la turbolenza.
CONCLUSIONI
Vista l’elevata incertezza della situazione attuale, è necessario mettere in conto una fase di mercato ancora volatile, almeno fino a quando non ci saranno maggiori evidenze sul contenimento del virus e non ci sarà maggior chiarezza sull’entità e la durata dell’impatto economico. Importanti, a tal proposito saranno i prossimi dati pubblicati in Cina e nel resto del mondo e le prossime mosse delle autorità fiscali e monetarie, oltre a quelle già attuate. Rimango comunque dell’idea, supportata anche dalle ultime stime dell’OCSE descritte sopra, che nel medio periodo assisteremo ad un rimbalzo dell’attività economica, e prima ancora di un rimbalzo dei mercati, grazie alle misure di supporto che saranno adottate dalle autorità e alla capacità del sistema economico stesso di auto-bilanciarsi.
Infatti come i protocolli medici vanno rispettati in quanto è ampiamente dimostrato che funzionano perché già sperimentato, lo stesso vale per i protocolli nella finanza. Rispettare i giusti comportamenti senza farsi condizionare dalle notizie determinerà la differenza nei risultati di lungo periodo. Rispettiamo questi accorgimenti.
Hanno sempre funzionato e funzioneranno sempre.
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